lunedì 30 luglio 2012

E i personaggi? (IV)

Questa volta potrei aver trovato la risposta ai miei interrogativi.
I miei personaggi continuano a non parlarmi e si rifiutano di fare ciò che io scrivo. La situazione è realmente frustrante. Ma questa volta potrei aver scovato una soluzione.


Navigando in lungo e in largo tra confessioni di scrittori disperati, mi sono imbattuta nel sito di Jami Gold, un'autrice in cui ammetto di essermi notevolmente ritrovata. Il che è preoccupante.

In un articolo dell'agosto 2011, Jami affronta il mio stesso problema: insubordinazione dei personaggi.
I casi sono molteplici, ma ci si può riassumere in breve:

  1. Ci sono casi in cui il personaggio non mi lascia entrare nella sua testa. E poi come faccio a spiegare perché si è comportata in quel modo?
  2. Altri casi in cui l'eroina decide di non condividermi cosa diavolo le sia capitato. E' cocciuta, non ne parla neanche se glielo chiedo per favore.
  3. A volte ci si trova con l'eroe che di proposito indica al cattivo dove si trova l'eroina. E io rimango basita davanti all'atto compiuto, chiedendomi come abbia potuto fare una cosa del genere.
  4. Poi ci sono personaggi minori con manie di protagonismo che vogliono assolutamente che la loro storia venga raccontata e mi si infilano in testa e mi tormentano finché non dedico loro un capitolo intero.
Questi sono casi esemplificativi, ma credo rispecchino bene le casistiche generali.

Jami Gold da quindi alcuni consigli (ne elenco solo alcuni, potete trovare gli altri nell'articolo originale):

Nel caso dell'eroina reticente ad aprirsi, si può interpellare un testimone (sperando che ce ne siano). A quel punto l'eroina sarà messa con le spalle al muro e sarà costretta a parlare (in puro stile interrogatorio poliziesco).

A volte i personaggi hanno semplicemente ragione (tristemente vero). Capita di chiedere loro di fare cose che non potrebbero mai fare.Per fare un esempio, non posso chiedere alla Strega Cattiva di accettare la figliastra Biancaneve e amarla come fosse figlia sua. Non lo farà, semplicemente. E questo sarà il suo modo per dire che la storia così non funziona.
In questi casi è utile provare a fare come vogliono loro, i personaggi. Seguire i loro consigli potrebbe portarmi fuori da una palude di problemi.

Per quanto riguarda il personaggio minore, quello con manie di protagonismo, potrei promettergli un posto d'onore in una futura storia. Poi non è detto che la storia la scriva davvero, ma intanto lui se ne sta buonino a fare quello che gli dico io.
Dopo aver raccolto interessanti consigli su come meglio conoscere i personaggini che scorrazzano per la mia mente, ora ho finalmente qualche consiglio su come gestirli e indurli a collaborare.

Ora devo solo sperare che il proprietario del negozio di antiquariato non decida di aprire un ristorante post-moderno e che Kelly dallo spazio non mi venga improvvisamente a confessare che vorrebbe tanto ballare alla Scala.
Se dovesse succedere, giuro che mi metto a scrivere frasi per i cioccolatini...

2 commenti:

  1. Ma questo post è divertentissimo! Sui personaggi che hanno manie di protagonismo io sarei più indulgente con qualcuno e gli lascio un po' di spazio, ma ormai si sa i miei personaggi sono gentili ed educati e non si permetterebbero mai di monopolizzare tutto il libro! ;-)

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    1. Anche io una volta conoscevo personaggi così...poi hanno cominciato a pretendere più spazio, più battute, più profondità, più spessore, meno larghezza (una si è in effetti lamentata perché voleva essere più magra...)...dimmi te come si fa a scrivere con un esercito di prime donne!
      (E a questo punto li sento protestare: "Prime donne a chi! Guarda che, senza di noi, col cavolo che ti viene fuori la storia!")

      Comunque, se ti piace il post, vai a leggere l'articolo originale di Jami Gold, che è una meraviglia!
      Tra l'altro, potrebbe anche piacerti il genere di cui scrive!

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