giovedì 4 ottobre 2012

Blessed by London - Day 2

Il primo giorno a Londra non mi aveva completamente ucciso, perciò ho visto bene di darmi il colpo di grazia il secondo giorno. Dopo questa avventura, sono tornata a casa strisciando e sapete una cosa? Voglio rifarlo subito!




Dopo una notte in ostello, ho perso il conto di quante volte mi sono svegliata sentendo qualcuno partire o arrivare. Avrei avuto lo stesso risultato pernottando a King's Cross.
Scendo dal letto e i piedi ancora protestano. Devo essermi contratta qualche muscolo della caviglia, se mai questo è possibile.
Nonostante questo, sono decisa a non prendere mezzi pubblici.
Prima di partire da Ashford mi ero lanciata in una sfida: arrivare a Trafalgar Square a piedi. Sì beh, standosene comodi sul letto a guardare la cartina, sembrava cosa facile...
E allora va bene, facciamolo. Partenza dal Generator Hostel (vedi Russell Square). Destinazione: Trafalgar Square.

Attraversando Russell Square, noto un interessante particolare sulla mappa: il British Museum è dietro l'angolo. Guardo in alto e vedo il sole, perciò no, non ci entrerò. Non oggi, almeno. Ma un'occhiata ce la voglio dare comunque.
Ragazzi, un'occhiata non è sufficiente a vederlo tutto intero, ce ne vogliono almeno due. Mi infiltro tra alcuni giapponesi, entro nel cortile esterno e mi fermo a contemplare.
Ora, una domanda mi sorge spontanea: qual'è quell'innata forza motivazionale che spinge un architetto a disegnare qualunque museo secondo le sembianze di un tempio greco/romano? Dev'esserci una spiegazione scientifica a tutto ciò, perché la regolarità con cui accade è sconcertante.
Metto da parte i dubbi architettonici e continuo il mio viaggio, perché ho una missione da compiere.

Rimango perplessa quando un tizio mi ferma all'angolo di Bloomsbury Square per chiedermi se parlo inglese. Soprattutto perché il tizio in questione pare essere di Southampton, quindi l'ultima cosa di cui ha bisogno è un'interprete. Viene fuori che ha bisogno di tornare a casa e per farlo deve raccogliere soldi a sufficienza per comprare il biglietto del treno, elemosinandoli dalla gente.
Ripenso a quante volte ho già visto gente chiedere soldi per un biglietto del treno (più di una, sul serio). Ma questo non mi sembra un viaggiatore all'avventura, piuttosto un inglese che si è sputtanato i soldi per il viaggio e ora non sa come tornare a casa.
Gli cedo l'unica sterlina che ho in tasca e gli auguro buona fortuna.

Tra l'altro, due persone mi fermano per chiedermi indicazioni. Nel primo caso ho dovuto prendere fuori la cartina (ebbene sì), ma nel secondo - udite udite - ho sciorinato la mia conoscenza di Londra (nonché della strada appena percorsa) per spiegare ad un gruppo di dispersi turisti la via per il British Museum. Sono orgogliosa di me per questa grande prova di senso dell'orientamento!

Il viaggio continua privo di intoppi (a parte i piedi sofferenti, ma non è una novita).
Prendo a destra per High Holborn (consapevole che se solo la percorressi verso sinistra arriverei alla cattedrale di St. Paul, ma non oggi).
Studio la cartina per un momento, prima di prendere Shaftesbury Ave ed arrivare in Charing Cross Road.
A questo punto, il passo per Leicester Square è breve. E vedere tutti quei cinema in un'unica piazza subito mi ricorda che sono nel West End. Ed è come dire Hollywood a Londra. E poi questa piazza è un simbolo.
Necessito di un attimo di pausa contemplativa.

Missione compiuta! Eccomi di nuovo a Trafalgar Square, a sedermi sui gradini come una londinese convinta. A parte che i londinesi in genere non si siedono sui gradini di Trafalgar Square. A parte che ho lo zaino in spalla e la cartina in mano.
Doesn't matter! Hallo again, Nelson!

Riposo i piedi per qualche minuto, contemplando il panorama di Whitehall che si stende ai miei piedi. Il tempo è mite e non è neppure ora di pranzo (almeno secondo il mio stomaco). Perciò che dire, proseguiamo!

Mi ritrovo davanti a Buckingham Palace quasi per caso, quando sento uno squillo di tromba dietro di me. Cosa succede? Cosa capita? Ah già, sono le 11.30. Inizia la cerimonia per il Cambio della Guardia.
I turisti si accalcano ai bordi della strada, mentre la polizia li tiene in ordine perché non intralcino il passaggio delle guardie.


Il primo plotone percorre il Mall, mentre il secondo arriva dal lato, risalendo Spur Road. La solennità dell'evento non è scalfita neppure dalla ripetitività con cui ogni domenica ripetono l'intera cerimonia.
Si respira regalità, monarchia e tradizione.
Mi disturba quasi pensare che il resto del mondo vede il Cambio della Guardia più come un'attrattiva turistica, che come una cerimonia a tutti gli effetti.

La cerimonia giunge al termine e il mio stomaco comincia a lanciare segni di famelica urgenza. Ma bussare alla porta di Buckingham Palace per un pasto caldo mi sembra inappropriato, perciò attraverso ancora una volta Green Park per sbucare in Piccadilly.

E giusto per rimanere in tema di regalità e monarchia, tanto vale dare un'occhiata al quartiere che ha dato i natali alla nostra amata Regina Lizzy: Mayfair.
Prima però, pausa pranzo allo Starbucks di Barkley Street, o il mio stomaco comincerà a divorarmi dall'interno.

La Regina Lizzy è nata a Bruton Street e ha vissuto a Mayfair da piccolina. E quindi quando arrivo a Barkley Square, cosa mai potrò fare, se non girare per Bruton Street? Non che ci sia qualcosa da vedere, è solo la consapevolezza di passeggiare nel luogo in cui è avvenuta una nascita così importante...

Giunti all'incrocio, è ora di farsi un bagno di negozi che più fashion non si può: (New) Bond Street mi si apre davanti con le sue vetrine di Ralph Lauren, Victoria's Secret, Louis Vuitton, Tiffany, Dolce&Gabbana...devo continuare?
E pensare che una volta era una via dedicata quasi esclusivamente al mercato dell'arte e ai negozi di antiquariato, come testimonia la presenza della Fine Art Society e di Sotheby's.
Alla fine di (New) Bond Street, giusto per gradire, mi faccio anche Oxford Street, così mi ritrovo di nuovo ad Oxford Circus.
Che faccio, rientro a Soho?
Il pomeriggio è ormai inoltrato e mi rammento che il ritorno a King's Cross è previsto a piedi. Decido per una deviazione.
Proseguo in quel tratto di Regents Street che non ho percorso ieri e arrivo alle porte della British Broadcasting Corporation. Eggià, sto ammirando gli studi della BBC.
Ci giro attorno ed entro in Portland Place. Ragazzi, non ho parole per descriverla. E' lunghissima. Bianchissima. Sembra di stare in una candida isola di pace residenziale. Sarà che era domenica pomeriggio?
Qui ci si trovano consolati e ambasciate, l'università di fisica e uno dei mille centri di ricerca medica.
A me pare di camminare su una nuvola.

Poi arrivo in fondo e mi accorgo di essere alle porte del Regents Park. Che faccio, entro?
Ci ho provato, non credete. Il punto è che da dove il parco dovrebbe iniziare, c'è in realtà un altro chilometro buono prima di arrivare al parco vero e proprio.
Decido che la prossima volta mi guardo il parco e pure il London Zoo (e sarà così che non avrò neppure mezza giornata di sole, la prossima volta.

Esausta e lontana dall'essere soddisfatta, mi siedo su di una panchina all'ingresso del parco e medito sul da farsi. La giornata volge al termine, ma io non sono neppure minimamente soddisfatta. Voglio vedere di più, voglio la London Tower con il suo Tower Bridge, voglio il Millennium Bridge, voglio Notting Hill, voglio la cattedrale di St. Paul, voglio la Tate Gallery, voglio Greenwich.......

Va bene, direi che in quel che resta del pomeriggio potrebbe non esserci tempo a sufficienza.

Salgo sul treno per tornare ad Ashford e mi dico che, in fondo, questa è solo una sosta. Meglio prendere una tazza di te e riposare i piedi.
Il viaggio non è ancora finito...

P.S.
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Per vedere il resto delle foto, invece, clicca qui.

4 commenti:

  1. VO-IO VENI-E a TO-VATTI! :-(

    Il British è fuori dalle possibilità umane... ma in mezzora si può vedere una cosa meravigliosa, The Wellcome Trust Gallery al piano terra. L'hai vista? E' una sala intitolata "Living and Dying", dedicata all'umanità. Eccola qui: http://www.britishmuseum.org/explore/galleries/themes/room_24_living_and_dying.aspx
    Nel mio piccolo cuore non ci stava tanta bellezza e mi sono sciolta... ^_^

    Io ho trovato stupendo anche il V&A Museum. Non ci ho capito nulla, ma era così bello girare fra le statue dorate del Buddha e le ceramiche arabe...
    __________________________________________
    P.S. Non per farmi i fatti tuoi, ma nella caviglia in senso stretto non ci sono molti muscoli... :-/

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    1. VENI, VENI a TO-VAMMI!

      Metto la Wellcome Trust Gallery nella lista delle cose da vedere. Insieme a tutto al resto del British. Insieme al V&A.
      Poi ti faccio sapere!

      P.S. Le mie caviglie sono anomale..oppure sono le scarpe ad essere strette..Boh!

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  2. Risposte
    1. In genere sì, a meno che il paparino non abbia impegni di lavoro o di musica (suona in una band e ogni tanto fa concerti).

      Quindi quando arriva il sabato, treno o auto e me ne vado in giro!

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